Una storia vissuta e romanzata. Una cornice di stenti, disgrazie e dolori. Un uomo, una famiglia, e l’angosciante peso di colpe punite dal crudele destino; da una natura selvaggia che non da’scampo né ai poveri e né ai ricchi.
La bicicletta è più dura dei passi verso le sabbie del Sinis, per un poco di pane ed un bicchiere di vino, per una illusoria speranza di un domani migliore. Ed il lavoro non riesce a pagare il dolore di un uomo, la sua disgraziata esistenza annullata ogni giorno dal tempo, e da un ignoto padrone che non fa sconti.
Srabadoi è una moltitudine, una folla infinita, nei secoli prima ed in quelli futuri, una figura che si accomuna al vino, al pane e alla terra che si riprenderà quanto gli è stato tolto. Ma tutto l’ambiente di vita contribuisce allo scenario angusto di un paese di terra, di mattoni essiccati al sole e di strade polverose d’estate e fangose d’inverno. Ma neppure Srabadoi meritava tanto castigo in sì tanto disagio, neppure Gregori, Mondicca e Antonicangela.
Forse la conseguenza è stata l’esasperata educazione dei padri o un lunario povero e senza speranza. Non possiamo saperlo né ora né mai.
Srabadoi non vive, arranca, campa come un insetto nelle sterpaglie, dentro le casette di mattoni crudi, con finestrelle simili ad occhi spenti, ed ai camini dal faticoso respiro. Un paese di vizi e poche virtù. Vite segnate fin dalla nascita dall’intorno brullo, rurale, che si guadagnavano il pane e un bicchiere di vino a seconda del capriccio delle stagioni.
Oggi molte cose sono cambiate, dimenticate, lontane, e, forse, questa storia è una testimonianza tutta da ridere.
La bicicletta è più dura dei passi verso le sabbie del Sinis, per un poco di pane ed un bicchiere di vino, per una illusoria speranza di un domani migliore. Ed il lavoro non riesce a pagare il dolore di un uomo, la sua disgraziata esistenza annullata ogni giorno dal tempo, e da un ignoto padrone che non fa sconti.
Srabadoi è una moltitudine, una folla infinita, nei secoli prima ed in quelli futuri, una figura che si accomuna al vino, al pane e alla terra che si riprenderà quanto gli è stato tolto. Ma tutto l’ambiente di vita contribuisce allo scenario angusto di un paese di terra, di mattoni essiccati al sole e di strade polverose d’estate e fangose d’inverno. Ma neppure Srabadoi meritava tanto castigo in sì tanto disagio, neppure Gregori, Mondicca e Antonicangela.
Forse la conseguenza è stata l’esasperata educazione dei padri o un lunario povero e senza speranza. Non possiamo saperlo né ora né mai.
Srabadoi non vive, arranca, campa come un insetto nelle sterpaglie, dentro le casette di mattoni crudi, con finestrelle simili ad occhi spenti, ed ai camini dal faticoso respiro. Un paese di vizi e poche virtù. Vite segnate fin dalla nascita dall’intorno brullo, rurale, che si guadagnavano il pane e un bicchiere di vino a seconda del capriccio delle stagioni.
Oggi molte cose sono cambiate, dimenticate, lontane, e, forse, questa storia è una testimonianza tutta da ridere.
Da buio a buio di Giovannino Serra
Cispiri editore
www.giovanninoserra.it
1 commento:
Sono andata nel sito dell'autore. veramente generoso nell'elargire racconti e poesie! Grazie! Pia
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