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martedì 5 maggio 2009

Oceano stretto di Katia Debora Melis

Una poesia mi piace quando dico a me stessa due cose: «L'ho fatta mia» e «L'avrei voluta scrivere io così!».

E di poesie così di Katia Debora Melis ce ne sono tante nella raccolta Oceano Stretto.
Già l'ossimoro del titolo per me è calamita. Oceano = spazio grande, immenso; contrapposto a Stretto = spazio limitato. Le poesie di Katia Debora Melis racchiudono questa contraddizione che non è solo ricerca intellettuale ma esperienza sensoriale e sentimentale.
Guardo le foto della poetessa che posso cogliere in alcuni siti di Internet e faccio fatica a ritrovare in quel viso sorridente e timido tale energia esistenziale. E, dalla sua penna, nascono versi come «ho battuto con forza la testa/su uno scoglio/e si sono staccate risposte/grandi»

(Oceano di sogni) che mi rimbalzano nella mente dove la parola «graffia e gioca/carezza e strilla» (Della Notte).
Rimbalzano termini chiave come una morra cinese: pietra, acqua e carta.

E le forbici sono le parole che tagliano le emozioni.
Anche la natura partecipa a questi contrasti del cuore e della mente come «rimbomba/adesso/il cigolio del mare/che si è fatto denso/che si è fatto crosta» (Bilanci).
Grazie Katia Debora Melis perchè hai saputo cogliere e offrirci la sintesi poetica; versi che morfologicamente semplici celano la profondità.


La poesia che amo di più.


Nel giorno del ruscello


Aiutami
a trasformare le mie paure in versi,
a uscire dalla nebbia
stando seduti insieme sopra il ponte
nel giorno del ruscello e della sete
e, ascoltando l'acqua,
sentire le sue gocce.


©Katia Debora Melis, Oceano Stretto, 2008


Katia Debora Melis, nata a Milano il 4 Luglio 1973, vive e lavora a Cagliari, dove insegna Materie Letterarie e Latino. Da anni impegnata nella libera ricerca in discipline sardologiche, ha all'attivo pubblicazioni su riviste, comunicazioni in seminari e convegni, accanto alla scrittura di poesie e racconti. Presente in diverse antologie, ha già ottenuto molteplici riconoscimenti letterari. Nel 2007 ha pubblicato la silloge Penombra.


Pia Deidda



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