Gruppo di lettura di "Paese d'ombre" su www.gentedisardegna.it


mercoledì 21 maggio 2008

Villa Piercy di Adelasia (www.gentedisardegna.it)

Un bosco immenso di tassi, salici, agrifogli, lecci, piante esotiche, abeti, aceri ….viali di ippocastani, tessere di quello che era un giardino lussureggiante, romantici tunnel di bosso sempreverde e, immerso in una scenografia che sa di fiaba, un “castello” cinto da 4 torrette, scintillante d’estate quando le brume, che vi aleggiano fino a tarda primavera regalandogli un’atmosfera fatata, diventano uno sbiadito ricordo. Eppure no, non è il bosco delle fiabe, anche questa è Sardegna: benvenuti a Villa Piercy. Facile incontrare l’incanto, basta deviare per Bolotana dalla 131 Carlo Felice (dopo circa una decina di km. dal bivio per Macomer per chi viene da sud) e percorrerne una quindicina su una agevole strada che conduce, tramite una ulteriore biforcazione sulla destra, segnalata, alla località di Badde Salighes. Siamo nel Marghine, a 970 m., in un angolo dove la natura preserva come in uno scrigno un gioiello e un importante frammento di storia sarda. Chissà se il famoso trenino verde avrebbe incantato D.H. Lawrence e noi, se non ci fosse Badde Salighes…Si era intorno al 1865 quando il giovane ingegnere britannico Benjamin Piercy ha l’incarico, da parte del governo dell’appena nato regno d’Italia, di progettare e costruire le ferrovie sarde e di verificarne lo stato delle opere già compiute. Lungimirante e brillante, ammaliato dall’isola, alle proprietà sui terreni di Badde Salighes e Padru Mannu, in parte avute in cambio della costruzione delle tratte ferroviarie Cagliari-Terranova e Chilivani-Porto Torres, aggiunge quelle che acquista dovunque in Sardegna, da Chia a Palau, diventando ben presto il maggior proprietario di fondi rustici dell’isola. Badde Salighes diventa una enorme azienda agricola modello, in tutto e per tutto autonoma, rivoluzionaria per tipologia e metodologia: vi si realizzano strade, moderne abitazioni per i coloni,officine, stalle razionali,una chiesa, una scuola, una caserma, un caseificio (che forniva, tramite mezzi ferroviari, latticini freschi a Sassari e a Cagliari, con apposita rivendita proprio vicino alla stazione), allevamenti zootecnici e colture innovative. E, circondata da circa 4 ettari di giardino curatissimo, sorge la sua “reggia”, Villa Piercy: splendida, curata, arredata con gusto, che ospita tra le sue mura principi, re, illustri personaggi , diventando base per battute di caccia, centro di feste e corse di cavalli. Benjamin Piercy è conosciutissimo dovunque, e le sue sono amicizie influenti. Re Umberto lo lusinga con alti riconoscimenti, Garibaldi lo sceglie come padrino per il figlio Ricciotti (mi hanno raccontato di un diverbio tra Ricciotti e il figlio di Piercy, entrambi fanciulli, e di una scxxxxttata che pare abbia lasciato i segni sul viso del figlio dell’eroe dei due mondi), diversi parlamentari ne elogiano le indiscutibili capacità imprenditoriali. Sono appunto questi, i suoi ospiti a Badde Salighes. Un solido regno, costruito con abilità e passione, che incredibilmente si rivelerà effimero. Con il decesso improvviso del suo fondatore, a 61 anni, inizia un declino che seppure inizialmente forse impercettibile, acquista una velocità sempre maggiore: sorgono liti tra gli eredi, i tempi sono cambiati, i latifondi così ampi (il nostro ormai comprendeva anche vastissime zone nell’iglesiente), sempre meno tollerati , probabilmente nessuno dei discendenti dimostra il carisma di Benjamin…. Il figlio Henry, forse quello che ne aveva ereditato le passioni, che dimorerà spesso a Cagliari nel palazzo Zedda Piras, morirà tragicamente e prematuramente. Sull’ultima discendente Piercy che visse a Badde Salighes, notissima in tutto il Marghine e dintorni, donna Vera, coniugata con il conte Giorgio Francesco Mameli di Oristano, ministro plenipotenziario presso la Santa Sede, fioriscono storie e leggende, più vivaci dei ciclamini che in primavera colorano quelle montagne: si racconta di una bellissima signora, amante del gran lusso e delle feste, che non conosceva le rinunce, che voleva soddisfatto ogni capriccio, quale quello di recarsi a Cagliari in aereo (trattavasi di trabiccoli, a quei tempi) per prendere il caffè. Fu proprio lei a porre la classica parola fine alla leggenda dei Piercy in Sardegna: i debiti contratti, la difficoltà nella gestione di un patrimonio così immenso, le proteste dei pastori, gli espropri , le varie diatribe giudiziarie ( ho trovato in internet una sentenza risalente al 1958 su un contenzioso tra l’Etfas, il ministro dell’agricoltura e donna Vera) portarono alla disgregazione del suo regno. Con l’atto conclusivo, negli anni sessanta, della vendita della villa a privati, donna Vera lasciò definitivamente Badde Salighes, ponendo fine a una favola dall’atmosfera di altri tempi: forse nevicava, quando partì, e questo l’avrà aiutata, in quei momenti ci voleva proprio un cuore di ghiaccio per sopportare l’immagine sempre più sfumata di un castello in mezzo ai boschi, ammantato di neve, mentre abbandonava la scena di quella favola che non le apparteneva più. Come se fosse calata una maledizione, incredibilmente fu tutto lasciato in stato di abbandono; nel giardino le erbacce soffocarono i fiori esotici, la villa fu saccheggiata e gravemente danneggiata dai vandali, i ladri si appropriarono dei preziosi arredi, gli affreschi furono imbrattati. Ma per fortuna questa volta ci sarà un lieto fine: acquistata dalla Comunità Montana del Marghine, con solide risorse finanziarie finalmente i progetti dei quali si parlava da decenni si stanno concretizzando: attualmente la villa, che potreste vedere in fase di ristrutturazione, sta riemergendo vestita del suo antico splendore; nel parco intorno, giardino botanico di alto pregio, verranno valorizzate le specie rare e le piante assolutamente straordinarie che Benjamin, grande appassionato e giramondo, aveva portato da tutti i continenti. Il Marghine ci sta credendo, e ha nuovamente intrecciato la sua storia con quella dei Piercy: la figlia di donna Vera, Giorgina Giustiniani, un’anziana gentildonna che mi dicono dolcissima e cortese, viene ogni tanto a Bolotana (l’ultima volta in occasione della manifestazione “Cortes apertas”, come ha puntualmente riportato Paradisola) supportando con tutte le sue forze la rinascita di quello che fu il mondo incantato dei suoi ascendenti, dallo straordinario bisnonno fino a sua madre donna Vera, l’ultima regina di un mondo che evoca suggestioni e magie anche dal nome, Badde Salighes: Valle dei Salici, appunto.
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2 commenti:

Unknown ha detto...

Ti aggiungo subito ai miei link..e ho gia` letto il tuo post su Badde e Salighes..quante giocate da piccoli!!! E le castagne a Novembre!! Bellissimo blog,
complimenti!

Libri Sardi ha detto...

Grazie Ilaria! Io per caso son capitata nel tuo (ripeto, mi è molto piaciuto!) e volevo renderti partecipe del mio..